venerdì 17 aprile 2015

Invito a chiacchiere con guerra fredda globale - il ritorno di Cornelia

Ok, qualcuno dirà che me le cerco e magari col lumicino, ma era da giovedì grasso che non ci vedevamo, da fine febbraio che non ci sentivamo e, come ogni volta, mi ha cercata lei. Cornelia. Trent'anni, con gli ultimi esami di scienze politiche da dare, precisina, maniaca delle pulizie e dell'ordine, piacevole, accogliente e positiva con le amiche quanto seccante, vittimista e negativa con i conoscenti/ amici/ parenti del suo ragazzo.

Con i lavori di ristrutturazione della casa del suo ragazzo all'80%, ieri ho fatto un salto da lei per due chiacchiere e per riabbracciarla, d'altronde son due mesi che non ci vediamo, in più ha un problemino di salute per cui, se tutto andrà bene, dovrà sottoporsi ad un'operazione col day hospital.

Dopo l'esame di marzo ulteriormente rimandato, dopo l'ultimo lavoro ai termosifoni da completare, dopo l'ultimo mobile arrivato difettato, l'ultima croce di Cornelia è l'avere in casa da qualche giorno il fratello del suo ragazzo mentre quest'ultimo è fuori per lavoro fino a fine mese: il cognato non fa niente in casa tantomeno di sua iniziativa quando secondo lei è scontato che dovrebbe averne, va a buttare la spazzatura dopo due giorni che lei gliel'ha messa fuori dalla porta, lascia i calzini in giro per la sua camera e, ahilei, ha il pieno, cieco appoggio del fratello, che gli ha prestato pure l'auto e che lo terrà in casa fino a che non si è sistemato bene col lavoro. 

Il problema è che Cornelia, subendo da mesi un muro di sordità alle sue esigenze da parte del fidanzato, ne ha riversato un altro sul cognato: a fatica ci parla, non lo coinvolge nelle situazioni di condivisione tipo "per cena ti va bene X o Y?", non gli ha fatto nemmeno un discorsino preliminare mettendo le mani avanti sul suo evidente, prolungato periodo di stress e problemi col fidanzato. Insomma non è chiara, non ci dialoga, non ci ha instaurato un minimo di feeling, eppure lui è più giovane di lei, non è mica un quarantenne! In più, si sta dimostrando a mio parere una pessima padrona di casa per niente ospitale, figuriamoci premurosa. Insomma, a suo dire dovrebbero essere gli altri a fare il primo passo, non lei, senza rendersi conto che ci sta facendo una pessima figura. Fino a ieri, quando eravamo assieme.

Eravamo in sala da un quarto d'ora e rientra il cognato, che stava parlando al cellulare col padre. Ci presentiamo (vedendomi lui fa la faccia un po' sorpresa ma lieta), poi lui si chiude in camera e continua a parlare...e sta raccontando proprio di Cornelia, delle sue continue lamentele, del fatto che gli ha rifatto il letto nonostante lui l'avesse già fatto, di altri episodi talmente infimi e stupidini che mi chiedo come Cornelia abbia voluto dare loro importanza tanto da estendere il suo malumore anche a questo ragazzo, non certo perfetto ma comunque ospite per lavoro in casa del fratello. Come se musi lunghi e risposte tronche servissero a qualcosa.
Cornelia vuole origliare quel che dice il cognato, tanto da non degnare di uno sguardo le foto dei miei nipoti, mi fa stare 2-3 minuti in silenzio tendendo l'orecchio puntato, polemizza disgustata contro ogni minimo commento negativo che il cognato racconta al padre. E' di nuovo la bimba ottusa e rancorosa di quest'autunno. E si arrabbia ulteriormente col suo ragazzo perché si è lamentato sempre col padre del suo malcontento, chiamandolo al lavoro e rinfacciandogli quel che ha fatto. Al limite dello psicolabile insomma.

Stavolta sono io che mi irrito e mi alzo e a mezza voce le rimprovero i suoi sbagli, le sue ottusità, le sue assurdità e l'avermi messa un'altra volta in una brutta situazione imbarazzante. Non sono propriamente arrabbiata, sono stufa e sento il bisogno di andarmene: ma come, io vengo per regalarle un'ora di serenità e lei si crogiola nei suoi fastidi??? Prendo la giacca e la borsa, lei come in trance mi supplica di non lasciarla lì da sola (il mio ragazzo sarebbe comunque venuto a prendermi tra un quarto d'ora) quando rapidamente rientra in salotto il cognato. Lui ed io ci scambiamo un'occhiata di vaga comprensione e imbarazzo. Lui, forse falsamente, fa il gentile e il disponibile con la cognata, poi scende in cantina per posare una valigia e per raccontare tutto alla fidanzata.

Ribadisco calma ma decisa i miei punti di vista a Cornelia, che ha quasi abbassato le penne della sua ottusità. All'ora stabilita la saluto e scendo le scale, poi più tardi mi arrivano degli sms di scuse di Cornelia. Io non rispondo. Dopo cena lei mi chiama e parliamo, senza che io ceda di una virgola su come secondo me avrebbe dovuto comportarsi, tra l'altro ora si che lei ha fatto una pessima figura con i parenti del ragazzo, di cui tra l'altro non ne può più.

In quella casa comunque non metterò mai più piede da sola, nemmeno se fuori si dovesse scatenare un diluvio.

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