giovedì 19 febbraio 2015

Capatonda e Mister 50 Sfumature - ovvero come ho imparato a non preoccuparmi e a stimarli

Post forse troppo lungo, ops :D


Questo due settimane fa.....



....e questo ieri sera, con una comitiva di altre sei donne tra i 20 e i 60 anni



Vado per ordine. Piuttosto che "Italiano medio" avrei preferito di gran lunga "La teoria del tutto", biografia del fisico e cosmologo Stephen Hawking, per quanto già dalla bellezza dell'attore principale mi immaginavo qualcosa di mooolto cinematografico. Di Maccio Capatonda conoscevo solo gli spot su Mtv...quindi nulla. Quando alla fine il mio ragazzo, un suo collega ed io siamo andati proprio a vedere questo film, un po' di timore di sprecare tempo e soldi ce l'avevo. E invece... C'è una trama, buffa e risibile come conviene ad una pellicola che si presenta come comica, che viene portata avanti dignitosamente e in maniera originale, non il solito "già visto" con scopiazzature a destra e manca. E già siamo a buon punto. Diverse le battute effettivamente piacevoli e intelligenti, come i giochi di parole (i Salmoni "sempre controcorrente" in primis), ma anche le frecciatine ad alcune figure dell'era contemporanea, dal calciatore al giudice del reality - il tutto rafforzato dalla sottorecitazione*. Gli attori sono bravi, niente da dire, soprattutto la tipa che interpreta Franca. Il finale è un black happy ending coerente col resto della trama. Si ride, anzi ho ridacchiato rilassata e soprattutto non sono mai rabbrividita, non mi sono mai sentita disgustata come per un paio di filmacci che ho schifo solo a rievocare. Sono uscita dal multisala con un sorrisino sulle labbra e nel tragitto verso casa ho ripetuto un paio di volte "Buttatooo!" mentre guidavo, tanto per nutrire un altro po' la mia vena trash. Poi non mi sarei mai aspettata il "colpo di scena" alla Chuck Palahniuk: il protagonista in difficoltà inventa un personaggio o una situazione fittizi rimuovendoli subito, per poi scoprire/ricordare alla fine che erano frutto del suo subconscio, come tutte le altre situazioni che ne sono derivate.
A voler essere pignola, c'è anche un richiamo al mio amato Stanley Kubrick e al suo "Arancia Meccanica" nella scenetta di sesso in slow motion tra Giulio e Sharon!


Veniamo a ieri sera, con la trasposizione cinematografica di uno dei libri più venduti degli ultimi anni, con mesi di preparazione per la sceneggiatura, per la scelta degli attori, per il montaggio (ah ah ah) delle scene. Tutte cose che sembrano facili ma non lo sono: come entrare ai saldi da Tezenis e comprare solo 3 capi!

Il preambolo: libro letto e sufficientemente apprezzato nei suoi limiti, un'amabile amica che già da un mese mi invitava a vederlo insieme, una discreta curiosità. Perché per me il libro "50 sfumature di grigio" (che in inglese contiene il gioco di parole tra il colore e il cognome del protagonista) era stato soprattutto una coinvolgente storia romantica di un innamoramento di sicuro particolare, ma verosimile. Poi si, qualche forzatura, qualche iperbole e tanto sesso spinto a profusione (e a ripetizione!!), d'altronde si trattava di un romanzo erotico, ma tutto sommato ero consenziente oltre che preparata, come tanti amanti della lettura, da parentesi hard presenti in vari libri di Stephen King e Irvine Welsh e ne "L'azteco" di Gary Jennings più in altri che non conosco, vedasi "Il padrino" di Mario Puzo. Semplicemente, sono andata al cinema per rivedere una storia che non mi era affatto dispiaciuta, tra l'altro in ottima compagnia femminile - si, i maschi erano voluti rimanere a casa. All'ultimo ci era persino arrivato via WhatsApp l'ennesimo commento negativo sulle Sfumature: una c*****a.
Sala quasi piena, con molte donne over 40 dall'aspetto normale, né Semiramidi né Crudelie né cougar. Durante la proiezione ci sono stati qualche risata e tanti sguardi libidinosi, per carità, ma anche tanto silenzio, una certa tensione e secondo me anche un certo imbarazzo, misto ad un pizzico di inevitabile rosicamento da paragone.
Il film riassume bene il libro, risparmiandone alcune parentesi e divagazioni e secondo me riuscendo a mostrare sufficientemente le indecisioni e i dubbi di lei e a far intuire le problematiche di lui, oltre alla loro forte attrazione fisica e alle loro vicende sessuali. Anche qui attori discreti e belli ma non troppo, sguardi intensi, momenti di suspence come di sogno e favola come di tensione e dolore, poche battute ad effetto e comunque abbastanza realistiche, qualche inquadratura patinata e qualche altra più naturale (come sembra bruttino e dolente il nudo integrale di Anastasia alla fine, dopo l'ultima sessione nella stanza dei giochi!), per due ore che mi sono volate, senza un attimo di tregua. Abbastanza per dire che mi è piaciuto e che non ho capito tutte le critiche e le bocche storte a riguardo, considerato che se avessi voluto leggere un (altro) "vero" libro avrei scelto Cechov, Tolstoj o Fielding o vedere un (altro) "vero" film di un (altro) "vero" regista avrei (ri)guardato lavori di Kubrick, Tarantino, Lee, Coppola, Eastwood, Fellini, Pasolini o Pontecorvo (ma chi è andato nel 2013 a vedere "Fear and Desire" e chi andrebbe a rivedere un'edizione restaurata di "Kapò" rischiando uno scompenso elettrolitico?), visto che ultimamente è difficile trovare proiezioni di film d'autore o drammatici.



* Non ho ritrovato la pagina web dove ho letto questo termine, di cui non sono nemmeno sicura. Sarebbe quando un attore recita in maniera seria e quasi drammatica pur trovandosi in un contesto comico o comunque soft, con un modo di fare realistico.







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